sabato 26 gennaio 2013

Snippet da CoHF..'Si parla di qualcosa in CoLS'

'Per festeggiare il passaggio al round finale, ecco un piccolo estratto da CoHF che mi auguro sarà estremamente mistificante. Si fa riferimento a qualcosa in Lost Souls ...'
-Cassie



ATTENZIONE SPOILER
 


'She turned to look at Sebastian, lying on the bed. He was shirtless, and even in the dim light the old whip weals across his back were visible. She had always been fascinated by Shadowhunters but had never thought she would find one whose personality she could stand for more than five minutes, until Sebastian.'
 

TRADUZIONE:

'Si voltò a guardare Sebastian, sdraiato sul letto. Era a torso nudo, e anche alla luce fioca,i vecchi lividi della frusta sulla schiena,erano visibili. Era sempre stata affascinata dagli Shadowhunters, ma non aveva mai pensato che ne avrebbe trovato uno la cui personalità rendeva possibile stargli vicino per più di cinque minuti, fino a Sebastian.

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giovedì 24 gennaio 2013

Lily Collins at Los Angeles Art Show

Avvistata la nostra bell'attrice a Los Angeles,lo scorso 23 gennaio alla Los Angeles Art Show.
Con il colore di capelli ancora in stile Clary Fray,e forse un pochino più corti..sempre bella e sorridente!

Fonte : TMI Source






Nuovo Snippet da CoHF

La nostra amata Cassie,per ringraziarci dei voti alla sfida di MTV,ha rilasciato un nuovo snippet da City Of Heavenly Fire,con protagonisti Jace e Magnus..che parlano di un certo Alec!! ( ^_^ )
Sotto l'immagine potete trovare la traduzione!


ATTENZIONE SPOILER


Magnus rolled onto his back and put his feet up on the arm of the sofa. “What do you care if Alec’s miserable?”
“What do I care?” Jace said, so loudly that Chairman Meow rolled off the couch and landed on the floor. “Of course I care about Alec; he’s my best friend, my parabatai. And he’s unhappy. And so are you, by the look of things. Takeout containers everywhere, you haven’t done anything to fix up the place, your cat looks dead —“
“He’s not dead.”

  
Magnus si girò sulla schiena e mise i piedi sul bracciolo del divano. "Cosa t'importa se Alec è infelice?"
"Che cosa me ne importa?" Disse Jace, così forte che Presidente Miao rotolò giù dal divano ed è atterrò sul pavimento. "Certo che mi importa di Alec, lui è il mio migliore amico, il mio parabatai. Ed è infelice. E lo sei anche tu, visto come stanno le cose. Contenitori da asporto ovunque, non hai risistemato niente in questo posto, il tuo gatto sembra morto"
"Non è morto"


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Fonte: TMI Source

venerdì 18 gennaio 2013

Sinossi di Clockwork Princess

Cassandra ha rilasciato la sinossi di Clockwork Princess,e adesso l'attesa del libro diventa ancora più dura!!
Sotto l'immagine trovate la traduzione!


Tessa Gray dovrebbe essere felice (non lo sono tutte le spose?) Eppure mentre si prepara al matrimonio con Jem Carstairs, un nugolo di ombre inizia a stringersi intorno all'Istituto Londinese degli Shadowhunters. Un nuovo demone appare, uno legato sangue e .....al Magister, l'uomo che sta pianificando di utilizzare la propria armata di automi , gli Infernal Devices, per distruggere gli Shadowhungers. Ha bisogno solo di un ultimo pezzo per completare il suo piano di distruzione.
Ha bisogno di Tessa.

Parlando di 'The Bane Chronicles'



Hey Cassie! Voglio iniziare con: “Sono una grande, grande fan delle tue opere” e un “ti voglio bene”. Ora che l'ho detto, posso iniziare ad impazzire. Le Bane Chronicles sono vere?! Le scriverai? Potresti essere più meravigliosa di così? Seriamente, finora una delle mie scrittrici moderne preferite. Magnus è uno dei miei personaggi preferiti e mi hai davvero ucciso un po' quando Malec ha smesso di essere un combattente. Okay..credo di avere finito di fangirleggiare...per adesso.
— 221fandomstreet.
 Si, le Bane Chronicles sono vere! Come Campanellino, ma forse di più, perchè Campanellino non ha un contratto di pubblicazione.
In sostanza le Bane Chronicles sono nate in Francia da Maureen Johnson e Sarah Rees Brennan insieme a me, dopo aver parlato del fatto che la gente spesso chiedeva un romanzo solo su Magnus, e io ho detto che in realtà un romanzo non era proprio la forma letteraria a cui pensavo legata a Magnus, anche se mi sarebbe comunque piaciuto scrivere una serie di storie ma non avevo il tempo.
Maureen e Sarah avevano entrambe scritto dei saggi per Shadowhunters e Downworlders, quindi le loro intuizioni sugli Shadowhunter e Magnus erano particolarmente interessanti in quel momento. E' venuto fuori che avevano moltissime idee brillanti per delle storie su Magnus, tra cui Cosa Potesse Essere Successo in Peru, Cosa Fosse Successo Quando Magnus ha Incontrato il Padre di Will, e anche Cosa è Successo quando Magnus ha Incontrato Camille, Cosa è Successo quando Magnus si trovava in una Mongolfiera, e Come Magnus ha Capito cosa Regalare ad Alec per il suo Compleanno.
Così abbiamo avuto l'idea di scrivere quello che poi saranno 10 racconti che poi formeranno le Bane Chronicles.
Sono ancora in attesa di qualche dettaglio - il primo capitolo è più vicino alla publicazione in Aprile piuttosto che in Febbraio, solo per il molto tempo che richiede una produzione per Amazon, e il tempo che richiede la creazione della copertina, ecc.. Dopo di che gli altri dovrebbero uscire online con scadenza mensile, fino al decimo. Ad un certo punto poi, per coloro che non amassero leggere online, saranno tutti riuniti in un libro.
Ogni capitolo avrà un prezzo ragionevole per essere in fin dei conti un romanzo.

lunedì 14 gennaio 2013

Il Companion di City of Bones è confermato per il 9 luglio.

Examiner ci informa di una grande novità.L'articolo tradotto per voi sotto l'immagine!



'Secondo Amazon e Barnes and Noble, il tie-in companion ufficiale di "The Mortal Instruments" arriverà sul mercato a partire dal 9 luglio. La copertina illustrata deve ancora essere rivelata. La "Shadowhunters Guide", guida definitiva basata sull'adattamento cinematografico, uscirà anch'essa il 9 luglio. Si vocifera che la guida conterrà citazioni dalla sceneggiatura, ritratti dei personaggi e altro ancora'

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Fonte: Examiner.com

Nuovo Snippet da Clockwork Princess: Gabriel e Gideon Lightwood

Per aver vinto nel sondaggio di MTV per il film più atteso,Cassie ci regala un nuovo snippet da Clockwork Princess..e non parla di Jem,Will o Tessa..

La nostra Sty l'ha tradotto per voi! Sotto l'immagine trovate la traduzione,mentre cliccando il link della fonte lo trovate in inglese!

"Perché?" chiese Gabriel. "Perché sei così sicuro che la parte di Charlotte sia quella giusta?"
"Perché quella di nostro padre non lo è", rispose Gideon. "Perché conosco Charlotte. Perché ho vissuto tra quelle persone per mesi e sono brave persone. Perché Charlotte Branwell non ha fatto altro che essere gentile con me. E Sophie la adora"
"E tu ami Sophie"
La bocca di Gideon si tese.
"Lei è una mondana, e una domestica", disse Gabriel. "Non so cosa ti aspetti di ricavarne Gideon"
"Niente", disse Gideon bruscamente. "Non mi aspetto niente. Ma il fatto è che tu credi che io dovrei dimostrare che nostro padre ci abbia portati a credere che si debba fare del bene solo per ottenerne qualcosa in cambio. Non tradirò la parola che ho dato a Charlotte, questa è la situazione Gabriel. Se credi di non poterne essere parte, posso sempre mandarti a vivere dai Blackthorn. Ma non mentirò a Charlotte"
"Sì, lo farai", disse Gabriel. "Stiamo per mentirle entrambi, e poi ti dirò perché"


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Fonte: CassandraClare Tumblr

domenica 13 gennaio 2013

Clockwork Princess special edition

Cassie, ci sono edizioni speciali di Clockwork Princess , come con Clockwork Prince?

Hey Cassie , ho una domanda per te, tu hai scritto su twitter che la prima edizione inglese di Clockwork Princess avrà un albero genealogico . Questo significa che l'edizione inglese è giusta? Io vivo in Polonia e è meno costosa per me ordinare in Inghilterra che in america ma voglio l'albero genealogico.Cosi voglio sapere quale ordinare.

Okay, questa è la spiegazione di cosa è la prima edizione, quale edizione avrà contenuti speciali e come avere queste edizioni, in qualsiasi paese tu viva e qualunque sia la sua dimensione.
Per cortesia leggere l'intero post prima di contattarmi con domande!Vi amerò per sempre .

Tutti i cartonati o volantini prima edizione in inglese di Clockwork Princess avrà, stampata sia nella parte posteriore sia sulla parte interna della copertina,una lista dell'albero genealogico che collega le generazioni di Infernal Devices con le generazioni di Mortal Instruments e Dark Artifices.

Che cos'è la prima edizione?L'editore stampa i libri in lotti chiamato tirature, ogni libro è stato stampato in primo lotto e quindi stampato in una prima edizione. La prima edizione è una copia del libro che è stata arriva dalla prima stampa, quando il libro era originariamente pubblicato . Se il libro è esaurito, l'editore autorizzerà la stampa di un nuovo lotto chiamato seconda edizione . quando lo stock è esaurito , la spampa sucessiva è chiamata 3 edizione e cosi via.

Perchè alcune prime edizioni hanno il volantino e alcune hanno la copertina rigida?
Perchè i miei editori americani hanno pubblicato prima in copertina rigida .Quindi se vi imbattete in una copertina rigida prima edizione, è americana.
L'albero genealogico sarà stampato invertito all'interno della giacca di Clockwork princess. ( dovrete sfilare la copertina per vederlo).I miei editori inglesi e australiani pubblicano solo in volantino . Tutte le loro prime edizioni saranno tipo volantino.Potete comprare uno o l'altro dipende da quello che vi piace. Volantino o copertina rigida . Vorrei suggerirvi semplicemente di comprare quello che comprate abitualmente.

Come faccio a sapere se è una prima edizione?
Ci sarà scritto ( prima edizione da collezionisti ) sul davanti .L'immagine sotto è la copertina della prima edizione del Nord America, guardate le parole di fianco al grande pollice che ho aggiunto e non è parte della cover questo,è per farvi capire che è la prima edizione.


La prossima immagine è la prima edizione australiana , inglese / irlandese, Nuova Zelanda, Sud Africa.etc.. Vedete dove indica il pollice? dice edizione collezionisti . Questo è per sapere che c'e l'albero genealogico.

Come posso avere la prima edizione??La prima edizione è composta da,ancora,ogni libro che viene dal primo lotto stampato dall'editore .Ci sono quantità limitate .Fino ad esaurimento.Poi ill resto dei libri stampati non avranno l' albero genealogico .Il miglior modo per essere sicuri che è una prima edizione è fare un pre ordine.Lo potete fare on line.Come? Andate sulla pagina di Amazon per Clockwork Princess, potete vedere l'immagine che dice edizione per collezionisti, questo significa che se lo ordinate da Amazon ora, avrete la prima edizione,lo stesso per Barnes e Noble.
 Se non volete ordinare on line potete andare in una libreria, ora ,e chiedere quello che desiderate e pre ordinare la prima edizione .Vi chiameranno quando sarà disponibile . La libreria lo può fare .Lo mettono nei loro ordini all'editore e l'editore sicuramente farà in modo di darvi la prima edizione. Potete anche
farlo al Walmart. Potete farlo in ogni paese in ogni libreria dove vendono libri in inglese.

Sono in inglese/Australiana ecc e la copertina dell'edizione speciale non è mostrata su Amazon o qualsiasi sito uso solitamente.
Si , sembra che non sia ancora stata messa ovunque , la miglior cosa per avere la prima edizione rimane il pre ordine , se fate un pre ordine sul sito sarete abbastanza sicuri di avere la prima edizione. se vi rende nervosi tutto ciò, ricordatevi di andare in una qualsiasi libreria ora e dire che desiderate fare un pre
ordine della prima edizione. . Vi chiameranno quanda sarà disponibile .La libreria lo può fare .Lo mettono nei loro ordini all'editoree e l'editore sicuramente farà in modo di darvi la prima edizione. potete anche farlo al Walmart. potete farlo in ogni paese in ogni libreria dove vendono libri in inglese.

Ci sarà l'albero genealogico negli ebooks per nook o kindle?
Non ci sarà ( non è stata una mia decisione ma del mio editore .. capisco che l'albero genealogico è veramente un pezzo carino del lavoro ma volevano mostrarlo al suo meglio , sulla carta. Anche perchè per la natura degli ebooks, non ci sono molte cose come ebook prima edizione).

Ci sarà l'albero genealogico nel libro nelle altre lingue?Non lo so, questi libri vanno tradotti. l'albero genealogico è stato messo disponibile per tutti gli editori stranieri e è loro scelta come loro desiderano di
includerlo nei loro libri. Se volete sapere se ci sarà nelle loro edizioni, dovreste contattare la libreria del vostro paese e chiedere.

Ci sarà l'albero genealogico negli audiobook?
No.

C'e differenza tra edizione per collezionisti e prima edizione per collezionisti?
Uno è l'edizione americana e una è l'edizione inglese.

E' VIETATA LA RIPRODUZIONE DI QUESTO ARTICOLO TRADOTTO DALLO STAFF DI MUNDANE JOURNAL.POTETE UTILIZZARLO CITANDO SEMPRE IL LINK DEL SITO

Fonte: CassandraClareTumblr

sabato 12 gennaio 2013

'Becoming Sebastian Verlac' nuovo contenuto da CoLS

Cassandra tramite Tumblr ha rilasciato un altro contenuto speciale dal libro Città delle Anime Perdute,lo stesso racconto si può trovare in italiano,nella raccolta per ebook 'Pagine Rubate'..
Lo trovate in italiano sotto la foto,e cliccando sul link della fonte potete leggerlo in inglese!

'Becoming Sebastian Verlac'
Era un piccolo bar, su una stradina in pendenza di una città cinta da mura e piena di ombre.
Jonathan Morgenstern era rimasto seduto al bancone per almeno un quarto d’ora, intento a sorseggiare un drink, quando si alzò e scese la rampa di scale lunga e pericolante che portava alla discoteca. Mentre si avventurava verso il basso, era come
se il suono della musica gli andasse incontro, cercando di farsi strada su per i gradini,tanto che sentiva il legno vibrargli sotto i piedi.
Lo spazio era gremito di corpi che si dimenavano in mezzo al fumo. Proprio il genere di posto bazzicato dai demoni… Quindi il genere di posto frequentato anche da chi li cacciava.
O il luogo ideale per chi dava la caccia a un cacciatore di demoni.
Del fumo colorato turbinava nell’aria, emanando un odore vagamente aspro.
Le pareti della discoteca erano completamente rivestite da lunghi specchi. Riusciva a vedersi mentre attraversava la stanza: una figura snella vestita di nero, coi capelli di suo padre, bianchi come la neve. C’era umidità là sotto, faceva caldo e mancava l’aria, tanto che lui si sentiva la maglietta incollata alla schiena per il sudore. Un anello d’argento gli luccicava dalla mano destra, mentre con gli occhi scrutava la stanza in cerca della preda.
Eccola lì, al bancone, con l’aria di volersi confondere fra i mondani.
Un ragazzo. Diciassette anni, forse.
Uno Shadowhunter.
Sebastian Verlac.
In genere Jonathan nutriva scarso interesse per chiunque avesse la sua stessa età – se c’era qualcosa di più noioso degli adulti, erano gli altri adolescenti – ma Sebastian Verlac era diverso. Jonathan lo aveva scelto con attenzione,meticolosamente, come si sarebbe potuto scegliere un costoso abito fatto su misura.
Gli si avvicinò a passi lenti, senza fretta, studiandolo per bene. Aveva visto delle fotografie, certo, ma di persona la gente risultava sempre diversa. Sebastian era alto, alto come lui, e aveva la sua stessa corporatura slanciata. Indossava vestiti che
molto probabilmente gli sarebbero andati alla perfezione. Lui però aveva i capelli scuri, quindi avrebbe dovuto tingerseli, cosa fastidiosa ma non impossibile. Anche gli occhi erano neri, e i lineamenti, sebbene irregolari, nell’insieme producevano un
bell’effetto: quel ragazzo emanava un’aura di simpatia che lo rendeva attraente.
Aveva l’aspetto di uno che si fidava facilmente degli altri, che sorrideva spesso.
L’aspetto di uno sciocco.
Jonathan si avvicinò al bancone e vi si appoggiò contro. Girò la testa, facendo capire all’altro ragazzo che lo stava guardando. — Bonjour.Sebastian gli rispose in inglese, la lingua di Idris, seppur con un lieve accento francese. Aveva lo sguardo sottile. Il fatto di essere stato visto sembrava averlo scosso parecchio, spingendolo probabilmente a interrogarsi sull’identità di Jonathan: un
collega Shadowhunter o uno stregone con un simbolo che non si vedeva?
Qualcosa di sinistro sta per accadere, pensò Jonathan. E tu nemmeno lo sai.
— Ti faccio vedere la mia, se tu mi fai vedere la tua — gli disse sorridendo. Si vedeva riflesso nel sudicio specchio sopra il bancone. Sapeva che il modo in cui gli si era illuminato il viso lo rendeva praticamente irresistibile; suo padre lo aveva allenato
per anni a sorridere in quel modo, come un essere umano.
La mano di Sebastian si strinse al bordo del bancone. — Io non…
Jonathan allargò ancora di più il proprio sorriso e voltò la mano destra per mostrare la runa della Chiaroveggenza che aveva sul dorso. Sebastian trasse un sospiro di sollievo e irradiò la gioia di quando si riconosce qualcuno di fidato, come se qualsiasi Shadowhunter fosse un compagno e un potenziale amico.
— Anche tu diretto a Idris? — gli chiese Jonathan. Mantenne un tono professionale, come se fosse regolarmente in contatto con il Conclave. Un altro zelante Shadowhunter che proteggeva gli innocenti. Non se ne stancava mai!
— Io — esordì Sebastian — rappresento l’Istituto di Parigi. Mi chiamo Sebastian Verlac, comunque.
— Ah, Verlac. Famiglia antica e rinomata. — Jonathan gli prese la mano e la strinse con decisione. — Andrew Blackthorn — disse con disinvoltura. — Istituto di Los Angeles, in origine, ma poi sono andato a studiare a Roma. Ho pensato di raggiungere Alicante via terra. Per godermi il paesaggio. Jonathan aveva svolto delle ricerche sui Blackthorn, una famiglia numerosa, e
sapeva che da dieci anni loro e i Verlac non si trovavano nella stessa città. Sapeva che non avrebbe avuto problemi a rispondere a un nome falso: non ne aveva mai avuti.
Non si era mai sentito particolarmente legato al suo vero nome, forse perché aveva sempre saputo che non era solo il suo.
L’altro Jonathan era stato cresciuto in una casa non lontana dalla sua, ricevendo le visite di suo padre. L’angioletto di papà.
— Saranno secoli che non vedo un altro Shadowhunter — proseguì Sebastian.
Stava parlando già da un po’, ma Jonathan si era dimenticato di prestargli attenzione.
— Che coincidenza incontrarti proprio qui. Il mio giorno fortunato!
— Eh già — mormorò Jonathan. — Anche se non è stata proprio una coincidenza. Penso che avrai sentito parlare del demone Eluthied che si aggira in questo posto, vero?
Sebastian sorrise e bevve un ultimo sorso dal suo bicchiere, appoggiandolo poi sul bancone. — Dopo che avremo ucciso quel coso, dovremo fare un brindisi.
Jonathan annuì e cercò di sembrare molto concentrato, come se stesse scrutando la stanza in cerca di demoni. I due erano appoggiati spalla a spalla, come guerrieri fratelli. Era così facile che quasi si annoiava: gli era bastato presentarsi, ed ecco Sebastian Verlac che, come un agnellino indifeso, appoggiava la gola contro la lama del coltello. Chi poteva fidarsi in quel modo degli altri? E desiderare subito di essere loro amico?
Lui non si era mai dimostrato gentile con il prossimo. Ovviamente non ne aveva nemmeno avuto l’opportunità. Il padre aveva tenuto lontani lui e l’altro Jonathan; un bambino con sangue di demone e un bambino con sangue d’angelo:crescili entrambi come se fossero tuoi e stai a vedere chi dei due ti rende più orgoglioso.
L’altro non aveva superato una prova, tempo prima, ed era stato allontanato.
Così sapeva Jonathan. Lui aveva superato qualsiasi tipo di test a cui il padre l’avesse mai sottoposto, e forse ci era riuscito fin troppo bene, in maniera troppo perfetta,indifferente all’isolamento e agli animali feroci, alla frusta o alla caccia. Di tanto in tanto aveva colto un’ombra negli occhi del padre, un’ombra di dolore o di dubbio.
Ma cosa lo angosciava? Perché avrebbe dovuto dubitare? Non era forse il combattente perfetto? Non era tutto ciò per cui il padre lo aveva creato? Gli umani erano così strani.
A Jonathan non era mai piaciuta l’idea di un altro Jonathan, di un padre che aveva un altro figlio, un figlio che a volte lo faceva sorridere senza ombre negli occhi.
Un giorno aveva amputato all’altezza delle ginocchia uno dei manichini che usava per allenarsi, trascorrendo poi una piacevole giornata a strangolarlo, sventrarlo e squartarlo dal collo all’ombelico. Quando il padre gli aveva chiesto perché avesse
tagliato parte delle gambe, Jonathan aveva risposto di voler vedere che effetto faceva uccidere un ragazzo della sua stessa altezza.
— Dimenticavo, mi devi scusare — disse Sebastian, che stava rivelandosi fastidiosamente loquace. — Quanti siete voi, in famiglia?
— Oh, siamo in tanti — rispose Jonathan. — Otto. Ho quattro fratelli e tre sorelle.
I Blackthorn erano davvero in otto: le ricerche di Jonathan erano state accurate.
Non riusciva neanche a immaginarselo, di poter vivere con così tanta gente, in mezzo al disordine. Anche lui aveva una sorella di sangue, ma non si erano mai conosciuti.
Il padre gli aveva raccontato che sua madre era scappata quando lui era molto piccolo. Era di nuovo incinta, inspiegabilmente disperata perché aveva chissà cosa in contrario sul fatto che la sua creatura venisse migliorata. Ma era scappata troppo
tardi: il padre aveva già provveduto affinché Clarissa fosse dotata di poteri angelici.Solo poche settimane prima, il padre aveva visto Clarissa per la prima volta e al loro secondo incontro lei aveva dimostrato di saper usare i propri poteri. Aveva spedito la sua nave nel fondo dell’oceano.
Una volta che lui e il padre avessero vinto e trasformato gli Shadowhunters,devastando il loro orgoglio e la loro città, lui diceva che sua madre, l’altro Jonathan e Clarissa sarebbero andati a vivere con loro.
Disprezzava sua madre per il fatto che era scappata. E il suo unico interesse nei confronti dell’altro Jonathan era quello di dimostrare la propria superiorità: il vero figlio del padre, figlio di sangue, un sangue con dentro la forza dei demoni e del caos.Ma Clarissa gli interessava.
Clarissa non aveva mai scelto di lasciarlo. Era stata portata via e costretta a crescere in mezzo ai mondani, niente di più disgustoso. Doveva aver sempre saputo di essere diversa da chiunque altro attorno a lei, di essere destinata a cose completamente diverse, con un potere e qualcosa di strano che le scorreva sotto la pelle.
Doveva essersi sentita come se al mondo non ci fossero altre creature come lei.
Dentro Clarissa c’era qualcosa di angelico, come nell’altro Jonathan, non il sangue infernale che scorreva nelle sue vene. Lui era molto simile a una versione più forte di suo padre, temprata dal fuoco dell’Inferno. Anche lei era vera figlia del padre,
e chi poteva sapere quale strana mistura la combinazione di sangue del padre e potere
del Paradiso aveva formato nelle vene di Clarissa? Forse non era poi così diversa da lui.
Il pensiero lo esaltava in un modo mai provato prima. Clarissa era sua sorella,non apparteneva a nessun altro. Sì, era sua. Lo sapeva, perché anche se non sognava spesso (era una cosa da umani), dopo che il padre gli aveva raccontato di come lei
aveva affondato la nave, lui l’aveva vista spesso nel sonno.
Aveva visto una ragazza in piedi sopra il mare, coi capelli come fumo scarlatto che le si avvolgevano in spire sulle spalle, arrotolandosi e srotolandosi al vento indomabile. Tutto era tenebra impetuosa, e il mare in tempesta trasportava pezzi del
relitto che un tempo era stato una nave, insieme a corpi galleggianti a faccia in giù.
Lei abbassava i suoi occhi verdi e freddi su di loro e non aveva paura.
Era stata Clarissa, era stata lei a portare distruzione così come avrebbe fatto lui stesso. Nel sogno, era orgoglioso di lei. La sua sorellina.Sempre in quel sogno, ridevano insieme di fronte al magnifico disastro attorno a loro. Erano in piedi, sospesi sopra il mare; a loro non poteva succedere niente, perché la distruzione era il loro elemento. Clarissa faceva ondeggiare nell’acqua le
sue mani bianche come la luna. Quando le risollevava erano scure, e lui capiva che l’acqua era diventata sangue.
Jonathan si era risvegliato ridendo.
Al momento giusto, aveva detto il padre, sarebbero stati insieme, tutti insieme.
Doveva aspettare.
Peccato che non fosse molto bravo, ad aspettare.
— Hai una faccia strana — disse Sebastian Verlac, gridando per sovrastare la musica pulsante, una voce squillante e frastagliata nelle orecchie di Jonathan.
Jonathan si chinò verso di lui e gli sussurrò all’orecchio, con precisione: —Dietro di te. Ore quattro.
Sebastian Verlac si voltò, e il demone, sotto forma di ragazza con una nuvola di capelli scuri, si allontanò bruscamente dal ragazzo con cui stava chiacchierando sgusciando via in mezzo alla folla. Jonathan e Sebastian lo seguirono, uscendo da una porta con la scritta SORTIE DE SECOURS a lettere rosse e bianche smangiate.
La porta dava su un vicolo che il demone percorse rapidamente, quasi scomparendo.
A quel punto Jonathan fece un salto, scagliandosi contro il muro di mattoni di fronte a sé, e sfruttò lo slancio per rimbalzare sopra la testa della creatura. Si voltò a mezz’aria, pugnale con le rune in mano; lo sentì fischiare nell’aria. Il demone restò di
ghiaccio e lo guardò fisso. La maschera del suo viso di ragazza stava già cominciando a scivolare via, mentre Jonathan riusciva a intravedere le fattezze sottostanti: tanti occhi come quelli di un ragno e bocca provvista di zanne spalancate per lo stupore.
Non c’era niente di quello spettacolo che lo disgustasse. L’icore che scorreva nelle vene della creatura era anche il suo.
Non che la cosa gli ispirasse misericordia, no di certo. Sorridendo a Sebastian da sopra la spalla del demone, si scagliò arma in pugno contro l’avversario e lo squartò come una volta aveva fatto con il manichino, dal collo all’ombelico. Un urlo
gorgogliante dilaniò il cielo sopra il vicolo mentre il demone si piegava su se stesso e spariva, lasciando dietro di sé poche gocce di sangue nero disseminate sulla pietra.
— Per l’Angelo — sussurrò Sebastian Verlac.
Stava fissando Jonatah al di sopra del sangue e dello spazio vuoto fra loro, ed era sbiancato in volto. Per un istante l’altro fu quasi compiaciuto nel leggergli in faccia quella che sembrava paura.
Niente da fare. Sebastian Verlac restava uno sciocco fino in fondo.
— Sei stato grandioso! — esclamò infatti, con voce scossa ma ammirata. —Non ho mai visto nessuno muoversi così in fretta! Alors, dovrai insegnarmi quella mossa. Davvero, è la prima volta che vedo fare una cosa simile.
— Mi piacerebbe aiutarti — disse Jonathan. — Ma sfortunatamente sono di passaggio. Sai, mio padre mi aspetta. Ha dei progetti, e senza di me non ce la può fare.
Sebastian fece un’espressione di sconforto totale. — Su, dai… non te ne puoi andare adesso! — disse per cercare di persuaderlo. — Cacciare con te è stato troppo divertente, mon pote. Prima o poi dobbiamo rifarlo.
— Mi dispiace — rispose Jonathan, giocherellando con l’impugnatura dell’arma — ma non sarà possibile.
Sebastian sembrò così sorpreso, quando venne ucciso. A Jonathan scappava da ridere: il coltello in mano e, sotto la lama, la gola di Sebastian che si apriva, il sangue caldo che gli colava sulle dita.
Non poteva rischiare che il cadavere di Sebastian venisse ritrovato nel momento sbagliato, rovinando il suo piano, perciò decise di trasportarlo come se stesse aiutando un amico ubriaco a tornare a casa.
Non erano affatto lontani da quel ponticello sul fiume, delicato come filigrana o come le ossa fragili e imputridite di un bambino morto. Sollevò il cadavere sopra il parapetto e rimase a guardarlo mentre colpiva, con un tonfo, le acque cupe e veloci.
Il cadavere affondò senza lasciare tracce. Prima ancora che sparisse completamente sott’acqua, Jonathan se n’era già dimenticato. Vide le dita ritorte muoversi su e giù nella corrente, come se qualcosa le avesse riportate in vita spingendole a implorare aiuto o almeno spiegazioni. Jonathan ripensò a quel sogno: sua sorella e un mare di sangue. Quando aveva gettato il corpo, dal fiume erano saliti schizzi d’acqua che gli avevano spruzzato la manica. Un battesimo, un nuovo nome:adesso era Sebastian.
Attraversò il ponte in direzione della città vecchia, dove le lampadine elettriche erano travestite da lanterne a gas, l’ennesimo giocattolo per turisti. Voleva raggiungere l’hotel dove dormiva Sebastian Verlac. Lo aveva esaminato prima di
andare al bar e sapeva di potersi arrampicare e sgattaiolare dentro la finestra della stanza per impossessarsi degli effetti personali del ragazzo. Sarebbe bastato un flacone di acqua ossigenata da due soldi e…
In quell’istante, un gruppo di ragazze in abiti da discoteca gli passarono accanto sbirciandolo di traverso. Una di loro, con una gonna argentata che le fasciava i fianchi, lo guardò dritto negli occhi e gli sorrise.
Jonathan si unì al gruppetto.
— Comment tu t’appelles, beau gosse? — gli chiese un’altra con voce leggermente impastata. — Come ti chiami, bello?
— Sebastian — rispose subito lui, senza un secondo di esitazione. Ecco chi sarebbe stato d’ora in avanti, chi i piani di suo padre volevano che fosse, chi aveva bisogno di essere per percorrere il sentiero che portava alla vittoria e a Clarissa. —Sebastian Verlac.
Guardò verso l’orizzonte, e pensò alle torri di vetro di Idris. Se le immaginò avvolte nell’ombra, nel fuoco, distrutte. E pensò a sua sorella che lo aspettava, là fuori, nel mondo.
Sorrise.

|Fonte: CassandraClare Tumblr

giovedì 10 gennaio 2013

L’atto di cadere-Nuovo contenuto extra di CoLS

Cassandra ha rilasciato un nuovo contenuto extra,da Città delle Anime Perdute..questo contenuto si trova anche nell'ebook 'Pagine Rubate'..quindi vi posto quello!Per leggerlo in lingua originale,come sempre,cliccate sulla fonte.

|L’atto di cadere|

— Perché con te non posso farlo — fu la risposta di Jace. — Non posso parlarti, non posso stare con te, non posso nemmeno guardarti.
(da Città degli angeli caduti)

 Jace non dimenticherà mai l’espressione sul viso di Clary dopo che aveva pronunciato quelle parole: uno sgomento improvviso, tramutatosi in pallido dolore.
Non era la prima volta che la feriva. Ma mai perché lo aveva voluto, anche se gli era capitato di aggredirla ciecamente, come la volta in cui lei lo aveva sorpreso a baciare Aline e lui le aveva detto tutto quello che di più orribile gli fosse venuto in mente. Come se le parole, da sole, avessero il potere di farla scomparire e rimandarla in un luogo per lei sicuro.
Aveva sempre messo la sicurezza di Clary al primo posto. Se così non fosse stato, ora niente di tutto questo starebbe accadendo. Jace si domanda se lei riesca a leggergli il terrore negli occhi, le schegge di quei sogni in cui lui la pugnalava, la soffocava, l’affogava, e poi si guardava le mani, grondanti del sangue di lei.
Clary fa un passo indietro. C’è qualcosa sul suo viso, ma non è paura. È infinitamente peggio. Si gira, quasi inciampando per la fretta, e si precipita fuori dalla discoteca.
Per un istante lui resta in piedi a osservarla. È esattamente quello che voleva,gli grida una parte del suo cervello. Allontanarla. Mandarla via per salvarla.Ma il resto della sua mente sta guardando la porta che sbatte dietro di lei,constatando la definitiva rovina di tutti i suoi sogni. Un conto era spingerla fino a
quel punto, un altro lasciare che fosse per sempre.
Perché lui conosce Clary, e se lei ora se ne va, non tornerà mai più indietro.
Torna indietro.
In un modo o nell’altro Jace è fuori dalla discoteca. La pioggia cade a terra come una miriade di implacabili proiettili. Vede tutto in un’unica scena, come ha sempre fatto, come è stato addestrato a fare. Il furgone bianco vicino al marciapiede,la pendenza della strada quando curva per tornare a Greenpoint, la buia apertura di un vicolo dietro il bar, e Clary all’angolo, sul punto di attraversare la strada e uscire dalla
sua vita per sempre.
Quando lui la afferra, lei si libera il braccio con uno strattone, ma quando le mette una mano sulla schiena, si lascia guidare nel vicolo. La mano dalla schiena scivola sul braccio mentre lei si gira per guardarlo in faccia, e lui torna a vedere tutto quello che li circonda: il muro di mattoni bagnati sullo sfondo, le finestre sbarrate, le
attrezzature musicali gettate via che affogano dentro pozzanghere di acqua piovana.
E Clary sta alzando il viso, piccolo e pallido; il mascara cola, formando rivoli lucenti sotto gli occhi. I capelli sembrano più scuri, incollati alla testa. Si sente fragile e al tempo stesso pericolosa, fra le braccia di lui, un vetro pronto a esplodere.Strattona di colpo il braccio. — Se hai in mente di scusarti, non perdere tempo.
Non voglio nemmeno stare a sentire. — Lui cerca di protestare, di dirle che voleva soltanto aiutare Simon, ma lei scuote la testa, e le sue parole sono missili distruttivi.
— E non potevi dirmelo? Non potevi mandarmi un messaggio di due parole per dirmi dov’eri? Ah, aspetta. No, non potevi, perché hai ancora il mio cavolo di cellulare.
Ridammelo.
Lui allunga una mano per restituirle il telefono, ma non è davvero consapevole nei propri movimenti. Vorrebbe risponderle: No, no, no, non potevo dirtelo. Non posso dirtelo. Non posso dire che ho paura di farti del male anche se non voglio farlo. Non posso dire che ho paura di diventare come mio padre. La tua fiducia in me è la cosa più bella della mia vita e non posso sopportare di distruggerla.
Invece tutto quello che gli esce è un — Perdonami…
Clary impallidisce, e il rossetto sembra brillare di più, su quello sfondo smorto.
— Non so nemmeno per cosa dovrei perdonarti. Perché non mi ami più?
Si allontana senza guardare dove va e inciampa. Lui non può trattenersi e la sostiene. È così delicata e tremante fra le sue braccia, sono entrambi bagnati fradici e lui non resiste. Appoggia le labbra su quelle di lei, appena dischiuse, e sente il rossetto, sente il sapore di zenzero, sente Clary.
Ti amo. Non può dirlo, perciò cerca di comunicarglielo con la pressione delle labbra, del corpo e delle mani. Ti amo, ti amo. Le tiene i palmi intorno alla vita, per sollevarla, e se ne era dimenticato: lei non è fragile, lei è forte. Gli sta conficcando le dita nelle spalle, la bocca fiera contro la sua, e mentre lui la appoggia sopra un
amplificatore rotto sente il cuore battergli come se volesse saltare fuori dal petto.
Basta, gli sta dicendo la testa. Basta, basta, basta. Si costringe a toglierle le mani di dosso e a metterle contro il muro, da una parte e dall’altra della testa di lei.
Solo che in questo modo i loro corpi si sono avvicinati ancora di più, ed è stato un errore. Riesce a vedere il collo di lei che pulsa. Ormai il rossetto è scomparso, così non può fare a meno di fissare il rosa garofano di quella bocca accesa dai baci, che sussurra: — Perché non puoi parlarmi? Perché non puoi guardarmi?
Il cuore gli batte come se volesse liberarsi dal corpo e andare a vivere da solo,da qualche altra parte. — Perché ti amo.
È la verità, forse una verità inopportuna, ma che lo sta prendendo a pugni con la forza di una bugia. Il viso di lei si addolcisce, gli occhi si spalancano. Tiene le mani contro di lui, piccole, delicate e gentili, e lui le si abbandona contro, respirando il suo profumo sotto l’odore della pioggia. — Non m’importa — si sente dire. —Sono stanco di fingere di poter vivere senza di te. Non lo capisci? Non vedi che questo mi sta uccidendo?
Lui sta affogando, ed è troppo tardi. Si protende verso di lei come un drogato alla disperata ricerca della sostanza che aveva giurato di non toccare mai più, dopo aver deciso che è meglio bruciare in un’ultima fiammata che vivere per sempre senza.
E quel grigio mondo attorno si accende di colore, quando loro si avvicinano,corpi che sbattono forte contro il muro. L’acqua ha inzuppato il vestito di Clary e l’ha reso viscido sotto le dita di lui, come l’olio di un motore. Jace la afferra e la tira a sé, il desiderio che plasma i loro corpi a ogni contatto. Il respiro di lei gli risuona ansante nelle orecchie, le palpebre sono socchiuse e tremanti. Lui le tocca la pelle in ogni punto possibile: la nuca e le clavicole, dure sotto i polpastrelli; poi le braccia, lisce e scivolose. Anche le mani di Clary sono su di lui, non più timide delle sue, e ogni volta che si sfiorano è come se un fuoco divampasse per cancellare la pioggia e il freddo.
Lei gli tiene le spalle quando solleva le gambe e gliele stringe attorno alla vita, strappandogli un suono che nemmeno lui sapeva di poter emettere. Ormai è troppo tardi per tornare indietro. Le mani si contraggono involontariamente, e Jace sente il tessuto che copre i fianchi di lei lacerarsi sotto le proprie dita, finché non le tocca la pelle nuda. I loro baci sanno di pioggia. E se prima Jace non stava cadendo, lo sta
facendo ora.
Pensa alla Caduta, quella degli angeli che eternamente precipitano nel fuoco, e a Icaro, volato troppo vicino al sole. Aveva già pensato all’agonia della Caduta, al terrore per essa, ma mai che avrebbe potuto essere piacevole. Lucifero non aveva voluto cadere, ma nemmeno diventare servo. Mentre Jace stringe forte Clary a sé, più vicino di quanto avesse mai immaginato, si chiede se non sia soltanto nell’atto di cadere che si è davvero liberi.

Fonte: CassandraClare Tumblr

mercoledì 9 gennaio 2013

"Questione di Potere" contenuto speciale di CoLS

Il periodo ufficiale di distribuzione di CoLS è finito e Cassandra ha pubblicato un contenuto speciale che si poteva trovare nella target edition. Si chiama "Questione di Potere" e contiene una scena di Alec e Camille che parlano di cos'altro?Se non di Magnus!. Sty l'ha tradotto per voi! Sotto la foto trovate la traduzione,mentre cliccando il link della fonte,lo trovate in inglese.
"Dimmi di più", disse Alec camminando su e giù sul pavimento di cemento della stazione della metropolitana abbandonata di City Hall. "Devo sapere".
Camille guardò il ragazzo davanti a sé. Era sdraiata su un divano scarlatto che occupava una piccola porzione di spazio. Era di morbido velluto, anche se era stato bruciato qui e là. Non era il pezzo d'arredamento più bello che ricordasse, e una stazione di transito sotto Manhattan non era certo paragonabile al suo studio a Parigi, alla sua residenza ad Amsterdam, o alla grande casa padronale sul fiume vicino a San Pietroburgo, che ora ricordava solo come pallidi ricordi. "Saperne di più su cosa?", chiese, anche se sapeva benissimo la risposta.
"Su Magnus", disse Alec. Teneva una pietra di stregaluce nella mano, con noncuranza, come se avesse dimenticato che fosse lì. Così tipico dei Nephilim, coloro che davano per scontati i loro poteri concessi dall'angelo e la magia che correva nel loro sangue. La pietra gettava la sua luce verso l'alto, mostrando chiaramente la superficie e gli spigoli del volto di Alec. "Lui non mi parla del suo passato, e io non lo sopporto. Non posso sopportare di non sapere".
Camile guardò il ragazzo. Era pallido come il latte, i suoi occhi azzurri risaltavano contro il candore della pelle e lo scuro dei suoi capelli e delle sue ciglia. Aveva gambe lunghe, sottili come un ramo di salice, ma forti: un ragazzo molto carino, anche per lei che guardando gli esseri umani vedeva la mortalità e la putrefazione.
"Potresti dover sopportare", gli disse cercando di non far trapelare la noia dalla sua voce. "Se Magnus non ha ancora condiviso i suoi segreti con te, potrebbe scegliere di non condividerli mai. Devi accettare di avere lui e i suoi segreti, o non averlo del tutto".
Alec si girò di scatto "Ma ha condiviso i suoi segreti con te!. Lei fece spallucce. "Ci conoscevamo da molto tempo. Ho tanto tempo da concedere". Lei sorrise, sentendo forte la pressione dei suoi canini sul labbro inferiore. Aveva fame. Pensò al ragazzo, al battito nel suo collo che pulsava più velocemente man mano che parlava, al dilatamento delle sue pupille. Le lacrime umane erano sale, come il sangue.
Ma lui non pianse. La sua espressione era dura, e vide un po' dei suoi antenati nella linea della mascella. "Chi è suo padre?"
Lasciò cadere la testa contro il divano. "E perché dovrei dirtelo?"
"Perché vuoi che uccida Raphael", disse lui. "E perché potrei renderti la vita molto più piacevole volendo". Sollevò lo stregaluce, e i suoi raggi bianchi e freddi si diffusero attraverso la stanza. Quindi se l'era ricordato alla fine.
Camille si alzò, portando indietro i capelli. "Questa è l'ultima volta Alexander. Dopo questo, io non dirò più una parola fino a quando tu non tornerai da me con le mani sporche del sangue di Raphael e il suo cuore appeso ad una catena da farmi indossare".
Alec deglutì. "Dimmi. Dove è nato? Chi è suo padre?"
"Si potrebbe chiamare Indonesia", disse Camille. "Ma per noi erano le Indie olandesi orientali. La madre di Magnus era di sangue misto, padre bianco e madre indonesiana. Suo padre era un principe dell'inferno. Tu conosci i principi dell'Inferno, angioletto?".
Il volto di Alec si fece ancora più pallido. "Certo che li conosco!", disse stizzito. "Io sono uno Shadowhunter. Ma sono... Miti. I più grandi angeli del paradiso sono diventati i più grandi principi dell'inferno. E il più grande di tutti è... Lucifero". Trattenne il respiro. "Non stai dicendo..."
Camille si spanciò dalle risate. "Che il padre di Magnus è il portatore di luce? La stella del mattino? Certo che no!".
"Ma è il principe dell'inferno"
"Dovrai chiederlo tu stesso a Magnus", disse Camille giocherellando con un ornamento del bracciolo del divano.
"Dorse non te l'ha mai detto", disse Alec. "Ti amava abbastanza da dirtelo? Tu lo amavi abbastanza?".
"Mi ha amata", disse Camille pensierosa. "Io non lo amavo. Ero affezionata a lui, ma non l'ho mai amato. Non così". Si spostò irritata. "Sono stanca di raccontarti queste cose, piccolo Shadowhunter specialmente quando sei stato così poco utile per me".
Le guance di Alec arrossirono. Camille percepiva dalla tensione del suo copro snello che stava trattenendo la rabbia e la vergogna: aveva bisogno di le, pensò con soddisfazione, aveva bisogno di lei per soddisfare la curiosità che lo stava consumando, alimentata dalla paura. Il bisogno che lui aveva di lei era pari al suo del sangue.
"Un'ultima cosa", disse lui a bassa voce. "Un'ultima cosa e ti lascerò in pace".
Lei inarcò le sopracciglia.
"Io sono diverso?" disse Alec. "C'è qualcosa di diverso tra il modo in cui ama me e il mondo in cui ha amato prima di me?".
Camille lasciò che le sue labbra curvassero in un pigro sorriso. "La risposta a questa domanda, Alexander, ti costerà".
"Cosa mi costerà? Cos'altro?"
C'era dolore nella sua voce.
"Sangue", disse lei.
Un lungo silenzio si tese tra loro. Infine, in tono incredulo, lui disse. "Vuoi bere il mio sangue?".
Lei ridacchiò. "Sai quanto tempo è passato da quando ho bevuto da un essere umano consenziente? E il sangue di Shadowhunter ha delle qualità speciali. Non siete tutti come il vostro Jace, naturalmente, che portate la luce del giorno nelle vostre vene. Ma comunque -- una vendemmia di qualità insolita".
Il rossore sulle guance di Alex si intensificò. Fissò Camille che giaceva sul velluto, socchiudendo gli occhi. Lei sapeva che la sua bellezza non poteva stuzzicarlo o tentarlo, ma non aveva importanza. La bellezza era il potere, ma c'erano altri tipi di potere.
Da così vicino ad Alec, poteva sentirne il profumo: legno di sandalo, colonia, freddo dell'inverno, l'odore di sale della paura umana. Ed erano umani gli Shadowhunters. Sotto tutto questo, ancora umani, in preda alle emozioni umane, le debolezze umane e le paure umane, per tutto questo credevano di essere speciali.
"Molto bene", disse lui. "Solo per questa volta".
Camille guardò attraverso gli occhi semichiusi che nascondevano il suo trionfo il tremore delle dita di lui raggiungere il bottone del polsino della camicia e aprirlo, offrendole la sua pelle nuda e non protetta.

Fonte: CassandraClare Tumblr

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domenica 6 gennaio 2013

Godfrey Gao parla del set di Città di Ossa

Godfrey Gao,il modello asiatico,che interpreterà il nostro stregone preferito,ovvero Magnus Bane..parla della sua esperienza sul set di Città di Ossa su Yahoo Singapore.. Sotto l'immagine trovate la traduzione dell'articolo!!

Vedremo presto il debutto a Hollywood,di Godfrey Gao nei panni si Magnus Bane in 'The Mortal Instruments: Città di Ossa' al fianco di Lily Collins,star di 'Mirror Mirror'.

Intervistato sulla sua esperienza,Godfrey ha dichiarato:

'Stare con gli altri attori sul set,è stato come tornare al liceo,a giocare con gli amici'

In realtà Godfrey aveva già parlato della produzione,lodandola su Weibo con queste parole:

'Ogni parte della produzione è stata eccezionale,fin nei minimi dettagli,dalle scene ai costumi. Il 'gruppo' era molto organizzato e professionale,e tutti hanno lavorato insieme senza problemi.Sapevano,esattamente,cosa volevano e come risolvere un problema immediatamente,se fosse sorto.'
Fonte: YahooSingapore
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venerdì 4 gennaio 2013

2 Snippet da Clockwork Princess

Girovagando sul web ho trovato due vecchi snippet,più o meno di sei mesi fa,di Clockwork Princess..
La mia grande amica (e collega) Cristina li ha tradotti per noi.

#SNIPPET 1

ATTENZIONE SPOILER


"Se Jem muore io non posso stare con Tessa" disse Will. "Perché sarebbe come se aspettassi la sua morte, o traessi gioia dalla sua morte se questo mi permetterà di averla. E io non sarò quella persona. Non approfitterò della sua morte. Quindi, lui deve vivere". Abbassò le braccia, le maniche erano insanguinate. "Questo è l'unico modo perché questo non significhi niente. Il resto è solo---"

"Inutile, sofferenza inutile e dolore? Non credo ti aiuterebbe se ti dicessi che la vita va così. I buoni soffrono, i cattivi prosperano, e tutto quello che è mortale muore", disse Magnus.

"Io voglio più di questo", disse Will. "Tu mi hai fatto volere più di questo. Mi hai mostrato che sono sempre stato maledetto solo perché io stesso ho voluto credere che fosse così. Tu mi hai detto che c'era una possibilità. E adesso vorresti voltare le spalle a tutto quello che hai creato"


Fonte: Goodreads


#SNIPPET 2

ATTENZIONE SPOILER

 
Tessa tirò la testa all'indietro per guardare Will. "Tu conosci questa sensazione" disse, "Quella di quando leggi un libro, e sai che finirà in tragedia; puoi sentire arrivare il freddo e l'oscurità, vedere la fitta rete cucirsi intorno ai personaggi che vivono e respirano in quelle pagine. Ma sei coinvolto dalla storia, ed è come se fossi trascinato da una carrozza e non potessi mollare la presa o cambiare direzione". I suoi occhi blu erano carichi di comprensione -ovviamente Will avrebbe capito- e lei si affrettò. "Adesso mi sento come se stesse accadendo, solo non a dei personaggi di un racconto ma al più caro tra i miei amici e compagni. Non voglio stare seduta a guardare mentre una tragedia si abbatte su di noi. Vorrei poterla deviare, ma faccio fatica a capire come potrei fare".
"Hai paura per Jem", disse Will.
"Sì", disse lei. "E ho paura anche per te"
"No", disse Jem con voce rauca. "Non perdere tempo a preoccuparti per me, Tess"



Fonte: CassieClareTumblr

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mercoledì 2 gennaio 2013

'Le emozioni alla fine di CP2, ci uccideranno?'

Cassandra..risponde in modo interessante,ad una domanda su Clockwork Princess..Buona lettura!

'Volevo chiederti, le emozioni alla fine di CP2, ci uccideranno?'
'Beh, se vuoi veramente evitare le emozioni, devi saltare l’epilogo.'

 Ma poi penso che ti perderesti un scacco di ciò di cui il libro tratta :) Io non sono un buon giudice di queste cose, io non piango molto per i libri o i film (mi arrabbio, e salto su e giù, come quando ho visto Parade’s End e anche se avevo già letto i libri e sapevo come andava a finire mi sono arrabbiata ancora quando il triangolo amoroso non si è risolto come avrei voluto. Avrei tirato qualcosa, ma ero su un aereo.)

Voglio dire, di certo non voglio che il messaggio dei libri sia "Io ti schiaccerò! La vita è una lotteria senza senso di tragedia e di possibilità! "Le cose brutte succedono a persone che non le meritano, e un sacco di gente prova molto dolore, e ci sono cose tristi che accadono, che non possono essere annullate, e la gente muore e non torna indietro. Perché quelle cose succedono. Ma io credo che la narrativa abbia una certa responsabilità nell’ avere maggior senso che la vita reale. Comunque, qual è il punto?

In definitiva, spero che il messaggio del libro/i sia che anche se le cose vanno così male a persone che non lo meritano, e, talvolta, i cuori si spezzano, fino a quando puoi amare, possiedi tutto ciò che ti serve.


Fonte:CassieClareTumblr
Traduzione: Shadow Hunters Italia

Clockwork Princess snippet: Regalo di fine anno! (2012)

Come regalo di fine anno..Cassie ha rilasciato un nuovo Snippet da Clockwork Princess.. se ve lo siete perso ve lo riproponiamo in italiano! Per leggerlo in lingua origiale,cliccate il link alla fonte,a fine articolo.

                                                           -ATTENZIONE SPOILER-


"Tessa si allungò a spazzolargli via i capelli umidi dalla fronte. Lui si inclinò al suo tocco, a occhi chiusi. "Jem-hai mai-" esitò. "Hai mai pensato ad un altro modo per prolungare la tua vita che non fosse una cura con la droga?"
Le sue palpebre si spalancarono. "Cosa intendi dire?"
Lei pensò a Will, sul pavimento dell'attico, soffocando con l'acqua santa. "Diventare un vampiro. Potresti vivere per sempre"
Lui si agitò contro i cuscini del letto. "Tessa, no. Non- non puoi pensare a questo"
"Il pensiero di diventare un Nascosto è davvero così terribile per te?"
"Tessa..." espirò lentamente. "Sono uno Shadowhunter. Un Nephilim. Come i miei genitori prima di me. E' l'eredità che rivendico, e rivendico l'eredità di mia madre come parte di me stesso. Ciò non significa che odio mio padre.
Ma onoro il dono che mi hanno fatto, il sangue dell'Angelo, la fiducia riposta in me, il giuramento che ho fatto. Non penso che potrei essere un buon vampiro. Non potrei più essere il parabatai di Will, non sarei più benvenuto all'Istituto. No, Tessa. Preferirei morire e rinascere e vedere di nuovo il sole che vivere fino alla fine del mondo senza luce."
"Un Fratello Silente, allora," disse lei.
I suoi occhi si addolcirono leggermente. "Il percorso di Fratellanza Silente non è aperto per me". "


Fonte : CassieClareTumblr
Traduzione : Shadowhunters-by-Cassandra-Clare-Italian-Fan
 


Nuovo snippet da "The Bane Chronicles"

Cassandra ha rilasciato un nuovo snippet da "The Bane Chronicles".. Sotto la foto potete trovare la nostra traduzione..

“Just don’t leave me here,” said Ragnor. “You have to swear, Bane.”
Magnus raised his eyebrows. “I give you my word of honor!”
“I mean it,” Ragnor told him. “I will find you. I will find whatever chest of absurd clothes you have brought with you. And I will bring a llama into the place where you sleep and make sure that it urinates on everything in the chest.”
“There is no need to get nasty about this,” Magnus said. “Don’t worry. I can teach you every word that you need to know right now. One of them is ‘fiesta.’”
Ragnor scowled. “What does that mean?”
“It means ‘party.’ Another important word is ‘juerga.’”
“What does that word mean?”
Magnus was silent.
“Magnus,” said Ragnor, his voice stern. “Does that word also mean ‘party’?”
Magnus could not help the sly grin that spread across his face. “I would apologize,” he said. “But I have no regrets.” 

"Solo non lasciarmi qui", disse Ragnor. "Lo devi giurare Bane!"
Magnus inarcò le sopracciglia. "Hai la mia parola d'onore"
"Vorrei vedere", ribattè Ragnor. "Ti troverò. Troverò qualsiasi baule di vestiti assurdi tu abbia portato con te. E porterò un lama dove dormi assicurandomi che urinerà tutto quello che si trova nel baule".
"Non c'è bisogno di cadere nel volgare", disse Magnus. "Non ti preoccupare. Ti posso insegnare ogni parola che hai bisogno di sapere in questo momento. Una di queste è 'fiesta'"
Ragnor aggrottò la fronte. "Cosa vuol dire?"
"Significa 'festa'. Un'altra parola importante è 'juerga*'"
"Cosa significa quella parola?"
"Magnus rimase in silenzio.
"Magnus", disse Ragnor con voce severa. "Anche quella parola significa 'festa'?"
Magnus assecondò il sorriso sornione che si impadronì del suo volto. "Mi scuso", disse. "Ma non ho rimpianti"


E' VIETATA LA RIPRODUZIONE DI QUESTO ARTICOLO TRADOTTO DALLO STAFF DI MUNDANE JOURNAL.POTETE UTILIZZARLO CITANDO SEMPRE IL LINK DEL SITO